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Riflessi di Città

ABBASSO LA POESIA, VIVA LA TIVÙ


    Ma che importanza può avere parlare oggi di poesia, quando imperversa rumoroso il chiacchiericcio televisivo e non v’è neanche il tempo per pensare; non parliamo poi del tempo per ascoltare i palpiti dei nostri sentimenti o saper entrare in contatto con la natura? A questo ho pensato quando nella mia città ho appreso dell’iniziativa del centro Culturale Garganico “Arcadia Nova”, il quale si è proposto di affrontare davanti al pubblico il tema “Conosciamo meglio la poesia”. E questa iniziativa è seguita all’altra, tenutasi presso l’Ateneo dell’Università di Foggia, per la consegna con festeggiamenti della laurea “honoris causa” al poeta italo-americo Joseph Tusiani.
    Ma chi se ne importa più della poesia? Ormai la poesia la vediamo scaturire ogni giorno sul lucido schermo della TiVù, con commoventi abbracci, lacrime e miele che neanche i migliori poeti riuscirebbero a spillare, ed è tutto lì sotto i nostri occhi e nei nostri cuori, senza grandi sforzi di comprensione e senza che le elevate personalità della cultura si prendano la briga di scrivere per noi. Davanti a questo grandiosi mezzo – beato chi l’ha inventato e ancor più beato colui che più di tutti ce l’ha consegnato così come al popolo piace – tutti i giorni assistiamo a grandi eventi, ma così semplicemente, con uno spontaneo entusiasmo. E non vedete come il pubblico degli studi televisivi applaude, e sempre più spesso s’alza in piedi, per mostrare a tutti che si sta assistendo a qualcosa di veramente grande ed irripetibile, almeno fino al prossimo talk?
    Del resto anche i professori, che sono sicuramente persone di cultura, ormai aborrono la poesia. Sembra che molti dei giovani che si presentano agli esami di stato hanno sì e no letto una diecina di poesie in tutti il corso degli studi, né qualcuno si è preoccupato di sollecitarli a scrivere poesie, magari con l’intento di migliorare la loro capacità di scrittura. Ma vi pare che con la facilità di collegamento ad internet e la scrittura “sntetka” degli sms si debba ancora perdere tempo a leggere pallosi brani poetici? Oggi il mondo gira veloce e noi non possiamo che stargli dietro. Chi si ferma è perduto. Viva il movimento, viva la folla immersa nel convulso rumore delle nostre città. E non rompeteci l’anima con le vostre prediche.


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